Regia: Felice Farina (IT 2014) con: Francesco Pannofino, Roberto Citran Orari: 16,15 – 18,15 - 20,15 dramm. 90m.
Regia: Felice Farina (IT 2014) con: Francesco Pannofino, Roberto Citran Orari: 16,15 – 18,15 – 20,15 dramm. 90m.

LUNEDI’ 27 APRILE 2015

Torino 2010. La fabbrica chiude e licenzia, l’ennesima nella città. Addio posti di lavoro, addio identità, addio certezze. Salvatore Brogna (Francesco Pannofino), operaio siciliano trapiantato a Torino, sale sulla torre più alta della sua fabbrica quando l’azienda annuncia la chiusura e il licenziamento in tronco dei dipendenti, per protesta o forse solo per rabbia cieca, minacciando di buttarsi giù se non arriva la tv a intervistarlo. Giorgio Bettenello (Roberto Citran), rappresentante sindacale di carattere e fede politica del tutto opposti, arriva per impedire che si butti di sotto, e finisce per diventarne ostaggio. Salvo é un uomo della destra sociale; Giorgio é un comunista che rimpiange Berlinguer; entrambi sono accomunati dalla disperazione non solo per aver perso il proprio posto di lavoro, ma anche per lo stato in cui il lavoro si è ridotto, negli anni della crisi. Su niente sono d’accordo, tranne sul fatto d’essere vittime di classi dirigenti irresponsabili e spesso criminali. Entrambi in qualche modo addebitano la colpa del presente allo sfacelo politico ed etico degli anni precedenti, a cominciare da quel 1978 in cui Moro fu assassinato. A loro due si affianca il custode della fabbrica, Luca Ottolenghi (Carlo Giuseppe Gabardini) ipovedente, autistico, che Salvo soprannomina “assunzione obbligatoria”, ma coraggioso e determinato ad arrivare eroicamente in cima alla torre. Nell’arco di una notte, tra la generale indifferenza dei dirigenti, delle forze dell’ordine, degli organi di informazione, questi tre punti di vista così diversi sul mondo ripercorrono gli ultimi trent’anni della vita del Paese, gli anni che li hanno portati su quella torre pericolosa. Anni di occasioni sprecate, di speranze tradite, di crimini e stragi, di ribaltoni e giochi di potere. Rimane il semplice buon senso di tre uomini senza alcun potere, appesi in cima ad una torre, che aspettano qualcuno, chiunque, mentre senza accorgersene costruiscono un’amicizia…


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