MARTEDÌ 30 GENNAIO 2024
«A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e traversare la strada per diventare come matte, e tutto era così bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravano ancora che qualcosa succedesse». Inizia così il racconto “La bella estate”, con una promessa di felicità e l’idea che sarà sempre festa. Anche Ginia, la protagonista del racconto, sta vivendo la sua bella estate. Il film si concentra sul passaggio dall’adolescenza alla maturità attraverso la scoperta del desiderio (sessuale, ma anche culturale: la libertà dei bohémien in opposizione alle norme imposte dalla società borghese, la noiosa solidità morale della campagna intaccata dall’entusiasmante vita sregolata della città). Laura Luchetti svela la sensualità imprevista di Ginia, pura anche negli impacci, nei turbamenti, nelle paure di fronte alle varie prime volte: il piacere con cui fuma la prima sigaretta, lo spaesamento e perfino la delusione dopo il primo incontro sessuale, l’inatteso bacio con Amelia ripreso da lontano quasi per pudore, il ballo messo in scena come coreografia di un atto erotico. La forza di Cesare Pavese è nella descrizione dei personaggi. Piccoli dettagli che fanno vivere sulla pagina uomini e donne. Nel caso del racconto “La bella estate”, soprattutto donne, visto che è uno dei più noti romanzi al femminile dello scrittore piemontese. Sullo sfondo restano mussolini, le leggi razziali e il fascismo, voci che rimangono “chiuse fuori dalla finestra…”.
Eccezionalmente agli orari 18:00 e 20:30
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La bella estate (163,9 KiB, 48 hits)